Soltanto un rifiuto, un vero rifiuto nella sua gloria, la prospettiva che esso apre al nulla, è necessario a un pensiero autentico di rifondazione in pittura.
Un rifiuto, tanto più se, nella sua fiera affermazione, esso si mostra contrario a ogni fondamento, anche a quello estremo di trasgressione e nihilismo che costituisce il potere di un rifiuto.
Nel rifiuto si dice la legge della non identità, ciò che si fa vero mentre scavalca la legittima di un soggetto, ciò che dimentica lo sguardo con cui ci si dà un oggetto.
In questo ci aiuta la storia che, per la pittura, è un bagaglio millenario di estraneo, di inattuale, di alterità. E forse ci aiuta anche l'ingenuità dell'esistenza, i nostri occhi che hanno davanti una visione senza possederla.
1987
Antonio Capaccio